Venerdì 6 dicembre 2020 ore 21.00
Spanker machine
dell’Otaku celato
LucidoSottile
con Michela Sale Musio
scritto, diretto e coreografato da Tiziana Troja
In Spanker Machine Anita, la protagonista, un Otaku Celato, governa la sua casa domotica come una roccaforte inespugnabile. Attraverso i travestimenti dei suoi personaggi preferiti (Sailor Moon, Anna dai capelli rossi, Oren Ishi), attraverso le loro storie, ripercorre quotidianamente tutti i passaggi traumatici della sua vita e ci racconta il tormentato rapporto con sua madre, che non ha mai accettato la controversa sessualità della figlia. La Spanker Machine, è uno strumento autopunitivo che la protagonista utilizza come rituale di questo rapporto perverso.L’amore sconfinato per Marco, colpevole di averla lasciata senza spiegazioni, sarà il collante di questa tormentata e affascinante vicenda.
Venerdì 17 gennaio 2020 ore 21.00
Money – Associazione Culturale La Petite Mort Teatro. Foto © 2018 Luca Valenta / Phocus Agency
Money
Le Petite Mort Teatro
con Giuseppe Attanasio, Gianluca Bozzale, Sofia Pauly, Martina Testa scritto e diretto da Tommaso Fermariello
Sono passati dieci anni dall’inizio della crisi economica che ha investito tutta la società occidentale nel 2008 e il mondo è ancora sottosopra: un imprenditore fallimentare è presidente degli Stati Uniti, l’Europa si sta disgregando e i giovani non sono più felici.
La generazione che va dai venti ai trent’anni si è persa tra stage gratuiti, lavoretti a chiamata, velleità artistiche, ambizioni impossibili da saziare, competitività sanguinosa e un futuro oscuro e privo di speranza. Un capitale umano che non sa come sopravvivrà ai prossimi trent’anni e nel frattempo occupa i lettini degli psicologi.
È da questo mondo ostile e caotico che nasce Money, una commedia nera che racconta il lavoro e i soldi al tempo di Rich kids of Instagram, i sogni e le aspirazioni al tempo dei disturbi d’ansia. Quattro ragazzi, per risparmiare sulle spese, vivono insieme in un piccolo appartamento.
C’è chi studia, chi fa due lavori, chi è un performer disoccupato, chi non vuole alzarsi dal divano. Sono membri della classe disagiata, troppo ricca per accontentarsi, troppo poveri per poter sopravvivere. Ma seppur in maniera inaspettata, un giorno la loro grande occasione arriva: si ritrovano in casa una valigia piena di cocaina. La cocaina è la droga dei ricchi, è la promessa di un arricchimento sicuro. Finalmente dei soldi, e sono tanti. Finalmente un futuro possibile. Ma lo spaccio di cocaina va contro ogni loro principio. Come reagirà il gruppo di fronte a questa possibilità? Nel frattempo gli spacciatori che hanno smarrito la cocaina sono sulle loro tracce. Sono un kebabbaro sanguinario, un’impasticcata laureata e una misteriosa Contessa. Disposti a tutto pur di riavere la propria merce. Le vicende dei due gruppi si intrecciano, i buoni e i cattivi si confondono, in un’atmosfera pulp e dissacrante che pervade tutto lo spettacolo. E’ un racconto cinico e a tinte forti, che trae ispirazione dal cinema e dalla sociologia, che non teme di essere pop e non teme di essere anche riflessivo.
Money è una favola nera e metropolitana, che racconta il sogno e l’incubo della nostra generazione: i soldi.
Sabato 8 febbraio 2020 ore 21.00
Courtesy of Giovanni Dell’Olivo
Memorie di Atlantide
Giovanni Dell’Olivo e il Collettivo di Lagunaria
Giovanni dall’Olivo chitarra, bouzouki e voce narrante e cantante
Alvise Seggi contrabbasso
Stefano Ottogalli chitarra classica
Walter Lucherini fisarmonica
Serena Catullo voce
Arianna Moro performer e vocalist
regia di Vito Lupo e Arianna Moro
Uno spettacolo di teatro canzone scritto e interpretato da Giovanni Dell’Olivo, accompagnato sul palco dal suo storico gruppo, il Collettivo di Lagunaria.
L’intreccio di prosa e canzoni, modulo caro all’artista e già sperimentato in altri lavori come Kociss, Mude da Mar e Addio a Ulisse – presentati tutti anche a Scene di paglia – ripercorre in chiave metaforica la storia di Atlantide sommersa, distopia sia dell’anima dell’autore che dell’anima collettiva di una generazione e dei suoi sogni naufragati di giustizia e uguaglianza sociale. E di naufraghi, migranti e respingimenti si parla nella metafora narrativa, dove la fine di Atlantide rappresenta la fine dell’idea stessa di società aperta e inclusiva.
Ma Atlantide è anche la Venezia dell’infanzia dell’autore, sommersa e dimenticata dall’egoismo dei suoi abitanti. Tredici i brani dello spettacolo, undici originali e due traduzioni e riarrangiamenti di brani celebri del cantautorato francese.
Memorie di Atlantide è dedicato alla memoria di Bernardo Cinquetti, cantautore parmigiano recentemente scomparso.
SOSPESO Venerdì 20 marzo 2020 ore 21.00
Stefano Pettenellla in TOM – Tales of me. Courtesy of Collettivo L’Amalgama
T.O.M Tales Of Me
Collettivo L’Amalgama
Ideazione e interpretazione Stefano Pettenella
Nascono, a volte, delle persone che non hanno alternativa, non hanno speranza.
Nascono già vecchi, cattivi, matti e quando incontrano l’arte, in tutte le sue forme, allora diventano dei rivoluzionari. Nelle loro opere si gustano le storie che hanno vissuto, visto, sentito e immaginato. E quando noi incontriamo queste storie, noi normali, non possiamo fare altro che raccontarle.
Così nasce “TOM: Tales Of Me”, dall’incontro tra le poesie di: Vladimir Majakovskij, Federico Tavan e Tom Waits, assemblate, raccontate e danzate da Stefano Pettenella.
L’urgenza che ruggisce al di sotto di questo esperimento di teatro fisico è quella di testare sulla pelle viva come, dal disagio, è nata la loro arte… e viceversa.
Cosa può significare la parola Controcultura?
SOSPESO Venerdì 3 aprile 2020 ore 21.00
Andrea Dellai in Un coniglio, solo. Courtesy of exvUoto teatro
Un coniglio, solo
Un compleanno lungo uno spettacolo
exvUoto teatro
di Andrea Dellai
con Ermelinda Nasuto, Andrea Dellai
regia Tommaso Franchin
Un ragazzo è seduto davanti al pc nella sua stanza. Entra Fata madrina: cerca in tutti i modi di
convincerlo a festeggiare almeno questo compleanno. Questa è la sua missione: farlo crescere. Cosa desidera in realtà il ragazzo?
Un Coniglio, solo, è un grottesco e irriverente tentativo di scardinare i concetti di giusto e buono, un’allegoria da cartone animato. Un modo per cominciare a riflettere sul sempre più crescente fenomeno degli hikikomori e del ritiro sociale e cominciare a mettere in discussione alcuni dei valori fondanti la nostra società. Prendete un ragazzo e una fata dai capelli turchini. Lei è la sua educatrice, lui il suo pupillo. Tutto dovrebbe essere prestabilito. L’iter formativo è scontato: un bambino cresce, diventa adolescente, poi un giovane adulto e infine anziano. In questo percorso il bambino trova la sua giusta collocazione nel mondo. Impara a dire di no, a dire di sì, capisce il valore delle rinunce, della fiducia e della fedeltà, accetta il rispetto e l’amore dei più grandi. Quando sopraggiunge la maggiore età, quando non si può più tornare indietro, Fata madrina può dirsi soddisfatta, salutare i presenti e volare verso altri piccoli microcosmi che aspettano solo lei. Cosa succederebbe se un personaggio insolito, il terzo escluso, suonasse un bel giorno alla porta? È proprio questo il migliore dei mondi possibili? Ma chi determina, oggi, che cosa sia migliore o peggiore? Raccontiamo quel sentirsi chiusi in una gabbia, senza sapere che direzione prendere, in un movimento sempre più vorticoso e centripeto che porta alla fissità. Raccontiamo il tempo che passa. Raccontiamo chi aspetta, chi rimanda, chi non sa scegliere.